Spunti di riflessione per proteggersi da tassa patrimoniale, fallimento di banche o stato italiano

Nelle ultime settimane sono apparsi molti fantasmi a turbare la tranquillità dei nostri risparmi: tassa patrimoniale, rischio default delle banche e rischio fallimento dello stato italiano.
Sto ricevendo moltissime mail in cui mi si chiede se i nostri risparmi sono davvero a rischio ed eventualmente come proteggerli.
Vediamo di fare un po’ di chiarezza, ovviamente avanzando qualche idea nel rispetto della legge.

 

Ragioniamo quindi di soldi in contanti, cassette di sicurezza, banche estere, Svizzera, soldi alle Poste o alla Coop

Il primo passaggio è capire da quale rischio vogliamo cautelarci.

Se vogliamo cautelarci dal rischio di una tassa patrimoniale, la soluzione più immediata è quella di detenere denaro in contanti. Attenzione perché se la patrimoniale sarà ad effetto retroattivo, il prelievo di denaro in contanti potrebbe rivelarsi un gesto inutile.
Ricordo che la patrimoniale potrebbe colpire sia i soldi detenuti sul conto corrente, nei conti deposito, investiti in strumenti finanziari (fondi, etf, obbligazioni, azioni) ed anche i titoli di stato.
Potrebbero scamparla invece i “pronti contro termine” che all’epoca della patrimoniale Amato furono ignorati e non coinvolti dal prelievo coatto.

Se vogliamo proteggerci dal rischio di fallimento della nostra banca, anche in questo caso potremmo ricorre al detenere soldi in contanti. Attenzione perché detenere soldi in contanti espone al rischio di furto.
In alternativa ci potrebbe essere il detenere i contanti all’interno di una cassetta di sicurezza. Ma in quest’ultimo caso, se la banca andasse a gambe all’aria, l’indomani mattina troveremmo le porte chiuse (come accaduto in Argentina) e quindi sarebbe impossibile accedere alla cassetta di sicurezza per qualche tempo.
Il Professore Beppe Scienza consiglia, in alternativa ai soldi in contanti, i “buoni fruttiferi postali”.
Un’alternativa che personalmente trovo più logica, anche se meno rapida ed immediata da applicare, consiste nell’aprire un conto in Germania con una banca tedesca (ad esempio Deutsche Bank). Quest’ultima soluzione è legale (se i soldi trasportati all’estero vengono dichiarati) ma probabilmente si attira l’attenzione della Guardia di Finanza, per cui alcuni potrebbero doverci pensare sopra un po’ prima di attuarla.
Infine la soluzione che ritengo più intelligente, che consiste nel tenere i soldi investiti.
La banca infatti è solo un intermediario e quindi una depositaria dell’investimento del cliente.
Se la banca va a gambe all’aria il nostro investimento è salvo (tranne ovviamente le emissioni della banca andata in default).

Se vogliamo cautelarci dal rischio di fallimento dello stato italiano, le alternative sono: soldi in contanti, soldi all’estero in una banca estera oppure avere il patrimonio investito. In pratica, alcune delle soluzioni esposte in precedenza.

 

Veniamo adesso ad alcuni ragionamenti a ruota libera:

– I  soldi in contanti hanno due difetti, a mio parere.
Il primo rischio è quello del furto.
Il secondo rischio è l’erosione del potere di acquisto e del capitale a causa dell’inflazione. Quest’ultimo, più che un rischio è una certezza! Onestamente è una soluzione che non mi sento di consigliare a nessuno.

Soldi depositati alla posta: i soldi sono al sicuro solo se non fallisce lo stato italiano. Le Poste infatti hanno una esposizione molto alta ai titoli di stato.
Se l’Italia va a gambe all’aria, Poste Italiane ci sono dentro fino al collo e seguono  a ruota…
Questo discorso vale per per i soldi depositati sul conto postale ma anche per ogni emissione delle poste (obbligazioni, buoni fruttiferi…). Considerate che Poste Italiane sono molto più esposte ai titoli di stato italiani di quanto non lo siano le banche.

Portare i soldi in Svizzera: generalmente le banche svizzere sono sicure e riservate ma offrono servizi molto costosi.
Anche il “capital gain” è decisamente elevato ed ammonta al 35% delle rendite.
Credo che siano una soluzione interessante solo per capitali ingenti.

Soldi depositati alla Coop: io farei molta attenzione ai soldi depositati alla Coop!
Non c’è garanzia sul capitale e i soci prestatori sono un gradino in basso nel caso di rimborso da fallimento.
I conti “prestito sociale” non sono un prodotto bancario e non hanno le garanzie dei conti correnti bancari, che sono (in teoria) coperti fino a 100 mila euro.
Più in generale, personalmente sconsiglio di aprire un conto prestito sociale se non per poche centinaia di euro perché il rendimento che offrono, sebbene percepito come maggiore rispetto a quello offerto dalle banche, a mio parere non compensa in modo corretto il profilo di rischio e le minori garanzie di un conto corrente bancario o postale.
In pratica, l’interesse anche se alto non è abbastanza alto da compensare il rischio di non essere garantiti come con un conto bancario.
In parole povere, se il conto è utilizzato solo per tenerci due lire per pagarci la spesa, può anche andare.
Ma come forma di protezione da default o come strumento di investimento, è invece sicuramente da evitare.

 

Prima di attuare ciascuna delle soluzioni sopra descritte, consultate il vostro commercialista. Soprattutto se si eseguono operazioni sul conto della società.

Infine, il mio punto di vista sul rischio fallimento.
Personalmente non credo che l’Italia fallisca.
Saranno tempi bui, duri e lunghi, ma credo che non andremo a gambe all’aria.
Non posso però escludere che qualche banca, magari tra quelle più piccole, incontri qualche difficoltà.

 

Buon trading

gab

 

{module Adsense articolo}