Siamo ad un punto cruciale e ad un bivio.
Ad essere in bilico non è solo il futuro della Grecia ma anche dell’Euro e dei singoli stati che compongono l’Unione Europea.
In questi giorni, mentre i greci fanno la fila per prelevare i soldi dalle banche, è in atto la fuga dei capitali dell’Europa: prima hanno iniziato i fondi americani mentre adesso è la volta dei fondi europei.
La crisi rischia di fare il salto di qualità e di avvitarsi pericolosamente.
L’investitore saggio non si fà cogliere di sorpresa e segue il proverbio che recita “meglio prevenire che curare”.
In questo articolo cercheremo di fare il punto della situazione e di capire come salvare i propri risparmi.
Non esistono più porti sicuri ma sicuramente ci sono asset e prodotti meno rischiosi di altri, che dovrebbero essere messi in portafoglio in un momento come questo.
In Grecia si stanno avvicinando le elezioni (17 Giugno) e al tempo stesso si fà sempre più probabile l’uscita dall’euro.
Nel mentre i cittadini greci stanno prelevando a più non posso denaro dai conti correnti per cercare di salvare il salvabile e contenere le conseguenze della svalutazione pesantissima che subirebbe il loro capitale monetario in caso di ritorno alla Dracma.
Acque agitate anche in Spagna sul settore bancario ed in particolar modo in questi giorni è nell’occhio del ciclone l’Istituto Bankia, che è il quarto del paese. Ma anche le altre banche non scherzano.
Non stiamo molto meglio in Italia, dove tornano le tensioni sui titoli di stato e sullo spread.
Salgono i rendimenti dei titoli stato nell’asta odierna, si appiattisce la curva dei rendimenti nella parte lunga e non è certo un bel segnale.
Per non parlare delle difficoltà degli istituti di credito, in particolare Mps e Bpm, che in questi giorni imperversano sui mezzi di comunicazione.
Vi risparmio lo strazio del Portogallo e le problematiche irlandesi.
Non a caso la Svizzera sta studiando una modalità per controllare e limitare i capitali in ingresso per evitare che il franco si apprezzi troppo e renda la vita dura all’esportazione.
A questo quadretto poco edificante si aggiungono le incertezze europee a livello politico.
Sono saltati gli equilibri e non c’è più l’asse Merkel-Sarkozy, spazzato via dalle elezioni francesi e tedesche.
Adesso siamo in una fase in cui si sta cercando di formare un nuovo e difficile equilibrio.
Considerando la pochezza dei politici europei non mi sento particolarmente tranquillo…
A conti fatti, l’uscita della Grecia dall’Euro non è più un tabù e nel quadro di una generale fragilità si potrebbero sviluppare delle conseguenze negative e pericolose.
Una prima conseguenza potrebbe essere il fatto che il mercato si chiederà “chi sarà il prossimo?”.
La creazione di un precedente infatti potrebbe indurre in tentazione il Portogallo (o la Spagna) che potrebbe non resistere alla tentazione di tornare alla propria vecchia moneta nazionale prima di finire strangolato come la Grecia.
Il pericolo è che vengano nuovamente venduti in modo massiccio i titoli di stato dei paesi considerati meno sicuri come Portogallo, Irlanda, Spagna ed Italia.
Al calo dei prezzi corrisponderebbe un aumento del rendimento, che oltre un certo livello diventerebbe ingestibile per gli stati nel momento in cui dovranno rifinanziarsi ed emettere nuovi titoli.
Ma un’altra conseguenza potrebbe essere la corsa a prelevare i soldi dai conti correnti da parte dei cittadini italiani e spagnoli timorosi di fare la fine dei greci, come ipotizzato dal premio Nobel Krugman.
In teoria una rottura dell’Euro non dovrebbe essere conveniente per nessuno.
Non conviene all’Italia ma non conviene neanche alla Germania, che tornerebbe al super Marco e dovrebbe fare poi i conti con una moneta molto forte che ne ostacolerebbe le esportazioni.
In passato la Bce ci ha sempre messo una pezza: prima acquistando direttamente titoli di stato per sorreggerne le quotazioni e poi prestando liquidità illimitata alle banche, in modo tale che se li comprassero loro.
Adesso potremmo assistere ad un nuovo gioco di prestigio per puntellare l’ennesima frana.
Ma anche in questo caso temo che ci troveremmo di fronte ad una nuova mossa tampone per “acquistare tempo” e non ad una reale manovra strutturale per risolvere i problemi alla radice (Bce in modello Fed con la possibilità di stampare moneta).
Personalmente credo che alla lunga questo “fare melina” e comprare tempo risulterà controproducente…
Comunque la si pensi sul futuro dell’Euro, stiamo vivendo una situazione nuova e mai vissuta in precedenza per cui è impossibile fare previsioni.
Mancando una statistica basata sui precedenti, ogni ipotesi può essere valida e si rischia di scadere nelle chiacchiere da bar.
L’unica soluzione consiste nell’essere lungimiranti e nel prevenire.
Occorre inserire in portafoglio prodotti differenziati per asset, per area geografica e per valuta.
Il mondo è globalizzato e non bisogna più volgere l’attenzione solo al mercato italiano ma puntare anche sui paesi stranieri, con un occhio di riguardo per i paesi poco indebitati e con risorse naturali.
Ricordiamoci che il rischio default non è eliminabile ma è però gestibile e limitabile!
L’unico modo per proteggersi e limitare il rischio default è quello di diversificare, ossia di non mettere tutte le uova nello stesso paniere.
Nello specifico possiamo affermare che all’aumentare della diversificazione diminuisce il rischio di portafoglio.
In questo momento storico la mia preoccupazione è di conservare e salvaguardare il capitale, anche a costo di non guadagnare e di rimetterci un po’ di potere d’acquisto a causa dell’inflazione.
Al momento preferisco inserire in portafoglio:
Titoli di stato tedeschi a scadenza brevissima
Il rendimento è nullo ma si parcheggia il capitale sullo strumento percepito come più sicuro in Europa.
La scadenza brevissima fornisce stabilità di prezzo per cui, se la Bce si inventa qualche magia che fornisce nuova sicurezza ai mercati finanziari, si può liquidare al prezzo di acquisto e reinvestire in obbligazioni che rendano di più.
Se invece si rompe l’Euro, ci si ritroverebbe in portafoglio un’emissione in “marchi tedeschi” che si apprezzerebbero rispetto alla lira.
Schatz scadenza Settembre 2012: codice Isin DE0001137313
Schatz scadenza Dicembre 2012: codice Isin DE0001137321
Obbligazioni in valuta: dollaro americano
T-note con scadenza Gennaio 2013 e codice Isin US912828PR57
Obbligazioni in valuta: corona norvegese
Obbligazione Kfw (rating AAA) con scadenza Gennaio 2013 e codice Isin XS0479172982
Obbligazione Rabobank (rating AA) con scadenza Maggio 2013 e codice Isin XS0429483224
Obbligazioni in valuta: dollaro australiano
Obbligazione della National Australia Bank (rating AA-) con scadenza Giugno 2013 e codice Isin XS0518216964.
Se acquistata a 102,30 il rendimento è intorno al 3,50% lordo su base annua.
Obbligazioni societarie
Obbligazione Pemex, ossia la società petrolifera messicana con rating BBB e con scadenza ad Agosto 2013. La valuta di emissione è l’Euro.
Acquistata al prezzo di 105,40 offre un rendimento di circa 1,60% lordo su base annua.
Codice Isin XS0173605311.
Obbligazioni di paesi emergenti e paesi asiatici
In questo caso è complicato acquistare direttamente i titoli di stato per cui conviene orientarsi verso un Etf che presenta un costo leggermente superiore rispetto al “fai da te finanziario” ma permette di diversificare in modo ottimale.
Un’ idea potrebbe essere l’Etf “iShares JPMorgan $ Emerging Markets Bond Fund” con codice Isin IE00B2NPKV68, che investe in obbligazioni di Indonesia, Filippine, Russia, Turchia, Perù ed altri paesi emergenti.
Un’idea potrebbe essere l’Etf “iShares Barclays Capital Emerging Market Local Govt Bond” con codice Isin IE00B5M4WH52 che investe in titoli di stato di Brasile, Polonia, Sud Africa, Messico et similia.
Per chi ama i fondi comuni di investimento, che hanno costi di gestione annua maggiori degli Etf, potrebbero essere interessanti:
– “Templeton Glbl Total Return N Acc €-H1” con codice Isin LU0294221253, che investe in titoli di stato di Korea, Svezia, Uruguay, Romania, Ghana e similari.
– “LO Funds Convertible Bond Asia CHF I A” con codice Isin LU0394779630, che investe in obbligazioni convertibili asiatiche.
Franco svizzero
Obbligazioni con scadenza breve non ce ne sono, almeno quotate Mot o Eurotlx.
Se si vuole investire in questa valuta conviene probabilmente acquistare franchi in contanti da depositare in cassetta di sicurezza. Visti i tempi che corrono, meglio evitare di tenere il contante in casa.
buon trading
gab
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