Agenzie di rating: utili oppure nocive?

In questi giorni sto ricevendo numerose mail in cui mi si chiede un parere sulle agenzie di rating, ossia su quelle società che giudicano il grado di solvibilità di uno stato o di una società quotata. Le principali agenzie di rating sono S&P, Moody’s e Fitch.

Il mondo dei risparmiatori è diviso: c’è chi le vede come un utile strumento e c’è chi le vede come uno strumento nocivo e dannoso.
Personalmente credo che la verità stia nel mezzo…

Le agenzie di rating presentano sicuramente aspetti negativi che è necessario sottolineare.
In passato hanno commesso errori che hanno legittimamente fatto sorgere il dubbio sulla loro indipendenza dai poteri forti.

Il caso forse più ecclatante è quello di Lehman Brother che fino ad un paio di giorni prima del fallimento godeva, da parte delle agenzie, di un buon giudizio di solvibilità e quindi un rating positivo.

Altro errore che induce a pensare male (come direbbe Andreotti “a pensare male si fa peccato ma raramente si sbaglia”), è il fatto che nessuna agenzia di rating si sia accorta in anticipo e per tempo della crisi subprime.

In questo momento, dal mio punto di vista, è scandaloso l’assordante silenzio delle agenzie di rating in merito al debito pubblico americano. Clamoroso anche che lo stato americano goda ancora del rating AAA, la famosa “tripla A” che costituisce il massimo grado di affidabilità.

Altro aspetto evidente e negativo è il conflitto di interessi insito nelle agenzie di rating.
Il conflitto di interessi ha due diverse forme.

C’è un conflitto con il mondo della finanza: non tutti sanno che le agenzie di rating non sono statali ma bensì sono società e quindi in mano ai privati. Per fare un esempio: Warren Buffett, uno dei più grandi investitori di tutti i tempi e una delle persone più ricche del mondo (ha fatto i soldi investenendo a Wall Street), possiede una buona percentuale della proprietà di Moody’s.

C’è infine un conflitto con gli emittenti che vengono valutati. Anche in questo caso, in pochi sanno che le agenzie di rating sono pagate direttamente dalla società che viene valutata. In parole povere, il controllore è pagato direttamente dal controllato.
Il rischio che chiuda un occhio in effetti c’è…

Desta perplessità anche il tempismo di alcune dichiarazioni o di alcuni giudizi che le agenzie di rating hanno emesso negli ultimi mesi.
Anche in questo caso Andreotti probabilmente aveva ragione…

A conti fatti quindi emergono oggettivamente molte ombre e molti dubbi.

Attenzione però perchè questo non deve diventare un alibi per tapparsi le orecchie di fronte alle critiche mosse nei confronti dello stato italiano e delle nostre banche!
Avere dei dubbi sulla sostenibilità del debito pubblico italiano e sulle prospettive di crescita economica del nostro stato non mi sembra poi una cosa fuori dal mondo.
I dati sono impietosi e la matematica, purtroppo, non è una opinione: il rapporto tra debito e pil è al al 120% ed è uno dei più alti al mondo, il pil salirà del 1% nel corso del 2011, le nostre aziende perdono di competitività, il potere di acquisto dei cittadini è sempre via via inferiore, la crescita economica viaggia molto lenta.
Questa è purtroppo una realtà che non possiamo ignorare!

Va bene che in Italia ogni situazione è sempre grave ma mai seria, però credo che sia meglio evitare di cercare di passare per vittime.
Preferisco intendere il giudizio di Moody’s come una critica costruttiva ed uno sprone a migliorare.
Altrimenti faremo veramente la fine della Grecia. E probabilmente anche molto prima di quanto non possiamo immaginare.

buon trading

gab

 

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