Inizierà lunedì 16 per terminare giovedì 26 Giugno l’Ipo su Fineco, che è il braccio online di Unicredit.
L’Ipo complessiva prevede l’offerta del 30% del capitale di Fineco, per cui la maggioranza (70%) resterà nelle mani della controllante Unicredit.
Un dettaglio importante da sottolineare è però che il 90% dell’offerta sarà destinato agli investitori istituzionali e solo il 10% (una piccolissima parte se si considera che il 10% del 30% ammonta al 3% del capitale complessivo della banca) sarà destinato al pubblico, e quindi ai piccoli investitori.
E’prevista una quota riservata a dipendenti e ai promotori finanziari del gruppo mentre non è invece prevista una quota riservata ai clienti correntisti.
La forbice di prezzo è compresa tra un minimo di 3,50 € e un massimo di 4,40 € ad azione.
Il prezzo definitivo sarà stabilito da Unicredit al termine del periodo di offerta e comunque entro due giorni lavorativi dal termine del periodo di offerta.
Il pagamento delle azioni eventualmente assegnate è previsto per il 2 Luglio.
Il taglio minimo sottoscrivibile è di 1.000 € o multipli.
Dopo la descrizione sintetica delle condizioni dell’Ipo, la domanda che sorge spontanea è: “conviene sottoscrivere e richiedere le azioni?”.
In linea generale sapete che io sono scettico sulle Ipo per numerose motivazioni, tra cui:
– Le statistiche dimostrano che la maggioranza delle matricole scende di prezzo nel corso dei mesi successivi alla quotazione. Dal 2006 ad oggi la netta maggioranza di azioni sono scese rispetto al prezzo dell’Ipo. Alcune hanno addirittura portato i bilanci in tribunale;
– Le Ipo si fanno per due distinti motivi: per finanziare un piano di crescita oppure per fare cassa e monetizzare i sacrifici di una vita. Purtroppo spesso prevale il secondo motivo…;
– In genere le azioni in sottoscrizione riflettono prezzi e valutazioni molto alti e gonfiati rispetto al loro valore reale. Se io fossi un imprenditore all’atto di quotare una mia azienda, cercherei di spuntare il prezzo massimo e di massimizzare le mie entrate. L’imprenditore, che vende e monetizza quindi il lavoro di una vita, credo che tenda a fare il proprio interesse piuttosto che fare volontariato con i piccoli risparmiatori. Se poi aggiungiamo le fette di torta per le banche che hanno curato la quotazione, immaginate quanto sarà gonfiato il reale valore aziendale;
– Si tende a condividere il debito e non gli utili. Questo significa che le aziende solide e che macinano utili non hanno convenienza a quotarsi. Se ho un’azienda in perfetta salute perché devo cercare soci con cui condividere i miei utili?
– Se non viene quotato oltre il 50%, l’azienda non è scalabile e quindi poco appetibile;
– Aderire all’Ipo è più una scommessa che un’operazione di investimento in base alla mia metodologia operativa, dal momento che manca una banca dati dell’andamento dei prezzi da analizzare.
Nel caso specifico dell’Ipo Fineco individuo fattori sia positivi che negativi.
L’Ipo gode sicuramente di alcuni fattori positivi:
– L’andamento dei mercati finanziari è rialzista per cui il clima generale è propizio;
– Mi stanno giungendo numerose email di richiesta di informazioni su questo collocamento e questo significa che c’è attenzione su questa società da parte dei risparmiatori;
– Effetto “rarità” dettato dalla piccolissima quota destinata ai risparmiatori privati.
Non mancano però a mio avviso due criticità:
– Guardando i multipli di bilancio non mi sembra che stiano regalando Fineco;
– La mia impressione è che Unicredit ceda una quota di Fineco per fare cassa e rafforzare la situazione patrimoniale in vista degli stress test e in prospettiva dei vincoli di Basilea.
L’aspetto più significativo di questa Ipo è indubbiamente l’effetto “rarità”, dal momento che l’offerta destinata al pubblico retail è solo una piccola parte dell’offerta complessiva e del capitale della banca.
In quest’ottica la speranza è quella che molti piccoli investitori, che non hanno ottenuto l’azione in sottoscrizione, si precipitino ad acquistare al momento della quotazione con un conseguente rialzo dei prezzi.
Si tratta però di una speranza e personalmente ritengo che sui mercati finanziari “sperare” equivalga a “scommettere”.
Volendo cercare di sfruttare l’effetto rarità credo che sia saggio aspettare l’ultimo giorno disponibile per decidere se aderire oppure evitare di sottoscrivere.
Se le comunicazioni e le indiscrezioni dei mezzi di informazione dimostreranno che l’offerta ha avuto un buon riscontro (la domanda deve coprire almeno 5-6 volte l’offerta) e che la domanda è stata decisamente superiore all’offerta, si potrà valutare l’adesione con maggiore cognizione di causa.
Resterebbe indubbiamente una scommessa ma almeno sarebbe basata su qualche elemento più concreto…
Per consultare il prospetto informativo dell’Ipo Fineco cliccare qui.
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Buon trading
gab
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