Il 23 Giugno si concluderà l’Ipo (Initial Public Offering) sul titolo Ferragamo, che farà il suo debutto sul mercato italiano il prossimo 29 Giugno.
In molti mi chiedono se conviene partecipare all’Ipo.
Per rispondere ci vorrebbe la sfera di cristallo per cui è un terno al lotto.
Ma possiamo in ogni caso fare qualche ragionamento sul titolo e sulle opa in generale.
Partiamo da alcuni concetti generali:
1 – I prezzi delle Ipo sono quasi sempre molto, ma molto cari.
D’altronde se ci pensate è naturale.
Immaginate di essere il proprietario di una società che decide di quotarsi. Siete il proprietario e conoscete meglio di chiunque altro il prezzo della vostra società. Cosa fareste? Vendereste le azioni al loro giusto prezzo o cerchereste di massimizzare i guadagni e di gonfiare quindi il prezzo, aumentandolo?
Immagino che tutti noi, nei panni di un imprenditore in fase di quotazione, tenderemmo a gonfiare il prezzo delle azioni da vendere.
Considerate poi che il prezzo, che abbiamo detto essere già gonfiato, viene ulteriormente gonfiato perchè anche le banche collocatrici devono ritagliarsi la loro fetta di torta. E quindi si gonfiano ancora i prezzi.
Quello che arriva sul mercato è in genere un prezzo decisamente alto e quindi pcoo allettante da un punto di vista dell’analisi fondamentale.
2- I motivi per cui una società viene quotata sono fondamentalmente due: uno positivo ed uno negativo.
Il motivo positivo è quello di cercare capitali e soldi per crescere e quindi per finanziare piani di crescita e sviluppo.
Il motivo negativo è quello di tirare i remi in barca e portare a casa un bel sacco di denaro, dopo tanti anni di duro lavoro.
3- I riscontri delle Ipo in Italia non sono molto positivi ed edificanti.
Se guardiamo le Ipo degli ultimi 10 anni, sono pochissime quelle che hanno tutt’ora un prezzo più alto rispetto a quello di collocamento.
Quasi il 90% delle Ipo quindi finisce per scendere e perdere valore.
4- Le ultime Ipo, in ordine cronologico, sono state Rhiag e Philogen e direi che non siano state accolte benissimo.
Non sono neanche giunte alla quotazione ma sono state ritirate durante il periodo di offerta e sottoscrizione.
Questi titoli non hanno neanche messo un piede in borsa poichè il mercato le aveva accolte timidamente, non c’era stata qundi nessuna forte domanda di sottoscriverle da parte di fondi e privati.
La conseguenza per gli azionisti era quella di portare a casa pochi soldi, o meglio di non spuntare il prezzo (elevato) desiderato. A quel punto hanno pensato bene di non venderle sul mercato azionario.
5- Il momento non è dei migliori per il mercato finanziario.
Fatte queste necessarie premesse, veniamo a Ferragamo.
Il mio punto di vista è molto semplice: il prezzo a cui viene venduto il titolo non è a buon mercato e mi sembra caro, rispetto ai dati di bilancio ed ai multipli di mercato.
Aggiungerei un dettaglio che nessuno mai sottolinea ma che per me è molto importante: il titolo Ferragamo non è scalabile.
Non può quindi diventare preda di altri gruppi e quindi perde un po’ di sex appeal.
L’unica nota positiva è che sembra che il titolo, diversamente dalle ultime due Ipo che hanno avuto poco seguito, sembra aver risvegliato l’attenzione dei fondi e dei privati.
Probabilmente il nome più famoso e conosciuto e la sapiente pubblicità hanno convinto parecchie persone e parecchi gestori a sottoscrivere.
Se la domanda sarà molto superiore all’offerta, e soprattutto se l’offerta non verrà aumentata (come invece ogni tanto capita), potrebbe anche capitare di assistere ad una salita del titolo il primo giorno, o nei primi giorni.
In definitiva, io non sottoscrivo.
I primi giorni di quotazione potrebbe anche salire e potrebbe essere un’opportunità per chi cerca il trading molto veloce e con una discreta dose di rischio.
Il medio periodo lo vedo più come una scommessa che come un’investimento oculato.
buon trading
gab
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