Il vento greco agita i mercati finanziari

I mercati finanziari sembravano aver trovato un minimo da cui rimbalzare ma oggi è tornato il mare mosso sui listini internazionali.

Il centro del problema è sempre la “questione greca”, che mostra due contemporanei fattori destabilizzanti.

 

Primo fattore: nelle strade di Atene si assistono a violente scene di protesta contro i tagli e le riforme lacrime e sangue a cui è chiamato il popolo greco per evitare il default e ricevere gli aiuti degli altri paesi europei.
La protesta è dilagante, forte ed è condivisa da buona parte della popolazione (a quanto mi riferisce un amico che abita da anni in Grecia).
Anche in parlamento lo scontro tra governo e opposizione è elevato, si parla di dimissioni del primo ministro e di governo di unità nazionale.
L’approvazione del piano di risanamento non è scontata e questo è un problema, perchè senza approvazione non verranno distribuiti gli aiuti economici da parte degli altri stati europei.

Secondo fattore: tra le nazioni europee non c’è un’opinione convidisa, non c’è una guida lineare ed univoca.
La Germania vuole che il salvataggio veda come attori principali non solo gli stati nazionali, ma anche i soggetti privati (cioè le banche), mentre la Bce non vorrebbe l’intervento primario, se non volontario, e quindi non obbligatorio.
Il fatto che non ci sia una linea guida chiara ed univoca è segnale non molto positivo e non ispira molta fiducia.

Questi due fattori insieme sono particolarmente destabilizzanti per i mercati finanziari.
L’incertezza è il nemico peggiore per i mercati e scatena sempre panico e ribasso.
E la paura si abbatte maggiormente sui titoli bancari, che sono i più esposti alla crisi greca, o meglio al rischio default.
Se la Grecia saltasse, tutte le banche che hanno in portafoglio i titoli di stato greci subirebbero pesanti perdite e la loro situazione patrimoniale, che è già traballante (non a caso si stanno susseguendo aumenti di capitale), non ne trarrebbe certo vantaggio.
Le banche più esposte sono quelle tedesche e francesi mentre le nostre banche italiane hanno una esposizione minore e bassa.
In realtà, il problema per le nostre banche ed i nostri titoli di stato è l’effetto domino che un eventuale default potrebbe provocare.

In questo contesto di incertezza a prevalere è l’emotività e la paura.
Nel dubbio, meglio proteggere i nostri investimenti.
La cautela e la prudenza sono sempre le doti miglior per il trader e l’investitore.

 

Terna: ricordiamo lo stop loss sotto 3,28 € in chiusura di giornata.

Igd: alziamo lo stop profit e lo portiamo in caso di chiusura inferiore a 1,693 €, cioè sotto il minimo di oggi.

buon trading

gab

 

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