I casi sono due: o siamo all’inizio di una nuova ondata ribassista oppure siamo sul fondo.
“Tertium non datur”.
Il “gap down” (prezzo di apertura inferiore rispetto al prezzo minimo del giorno precedente) non richiuso che si è formato ieri apre la strada a due ipotesi: è un gap esaustivo oppure rafforzativo.
Se è un “gap esaustivo” significa che è l’ultimo tonfo, l’ultimo botto del ribasso.
Se invece è un “gap rafforzativo” significa al contrario che è l’inizio di una nuova gamba ribassista.
Abbiamo due possibilità ma ci mettiamo un paio di giorni a capire quale è quella vera ed attendibile.
Personalmente temo che sia vera la seconda ipotesi, anche se in cuor mio spero di prendere una cantonata e sbagliarmi.
Il mio ragionamento, che mi spinge ad essere pessimista, è il seguente: i grandi ribassi finiscono sempre con un crollo verticale, quello che viene definito dagli addetti ai lavori “panic selling”.
E’ la corsa in banca a vendere in fretta e furia i titoli che erano in portafoglio in pesante perdita e che erano fonte di notti insonni e tribolazioni varie.
Al momento non vedo segnali di panic selling.
Molti lettori mi scrivono “piuttosto che vendere a questi prezzi mantengo ancora e stringo i denti”.
Significa che non c’è ancora rassegnazione e panico.
Quando arriverà il panico sarà davvero la fine del ribasso e l’inizio di un rialzo.
buon trading
gab
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