I recenti fallimenti di alcune importanti cooperative nazionali (coop operaie di Trieste, coop Carnica e cooperativa Di Vittorio) hanno allarmato molti lettori che mi hanno scritto chiedendomi informazioni in merito alla sicurezza dei prestiti sociali offerti dalle coop.
Purtroppo la risposta non è delle migliori, dal momento che le garanzie offerte da questa tipologia di prestito sono più ristrette e striminzite del costume di Belen!
Dalle e-mail ricevute rilevo che molte persone non hanno le idee chiare sulla natura del prestito sociale, che viene scambiato sostanzialmente per un conto deposito o per uno strumento di investimento.
Niente di più sbagliato!
Il prestito sociale è infatti un finanziamento che il socio effettua per sostenere la cooperativa e il suo sviluppo, a fronte del quale sono riconosciuti degli interessi ai prestatori.
Non siamo quindi di fronte ad uno strumento di investimento e questo è fondamentale da tenere a mente!
Partiamo da un punto centrale: il prestito sociale delle cooperative non è garantito dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi che garantisce i conti correnti fino a 100.000 €!
Il motivo è semplice: le Coop non sono una banca e quindi non possono aderire al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.
Il prestito sociale è categoricamente escluso dalla tutela di cui godono i conti correnti ed i conti deposito!
L’unica tutela offerta ai soci è il patrimonio della società stessa, ma attenzione perchè non si tratta certo di una garanzia assoluta e priva di rischi!
Leggendo i bilanci delle varie cooperative quasi sempre si ha la sensazione di avere a che fare con una finanziaria più che con una cooperativa sociale…
Considerate che quasi sempre l’ammontare dei depositi dei soci supera il valore del fatturato, oltre che del patrimonio proprio della Coop.
Giova ricordare inoltre che, in caso di fallimento, il socio prestatore è inquadrato dall’ordinamento come un creditore chirografaro e quindi viene soddisfatto solo in seguito ai creditori privilegiati.
Anche gli interessi offerti lasciano molto a desiderare e non sono particolarmente allettanti!
Anzi spesso sono al limite del ridicolo, soprattutto se confrontati con il rischio che si corre!
Neanche la tassazione sugli interessi è vantaggiosa, dal momento che la scure dello stato ammonta al 26% e non al 12,50% come nel caso dei titoli di stato o dei buoni fruttiferi postali che sono prodotti decisamente più sicuri.
Sforzandosi e volendo proprio trovare un aspetto positivo, l’unico vantaggio consiste nel fatto che il prestito sociale non è gravato dall’imposta di bollo.
In definitiva, ritengo che il libretto del risparmio sociale possa essere uno strumento utile solo se si depositano pochi euro, giusto per fare la spesa.
Se invece il prestito soci è utilizzato come una forma di investimento per i risparmi, onestamente mi sento in dovere di sconsigliarlo dal momento che ci sono prodotti più remunerativi ed al tempo stesso decisamente più sicuri e trasparenti!
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