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Corso gratuito “Investire con le opzioni” – 9^ lezione

Ottimisti, pessimisti e altre visioni del futuro

Riprendendo il filo della lezione precedente, schematizziamo nuovamente la tabella delle opzioni long e short:

Acquistare una call

Acquistare una put

Si ipotizza che il titolo salirà

( scenario rialzista )

Si ipotizza che il titolo scenderà

( scenario ribassista )

Rischio limitato al premio pagato

Rischio limitato al premio pagato

Massimo guadagno illimitato

Massimo guadagno consentito

 

Vendere una call

Vendere una put

Si crede che il titolo NON salga troppo

( scenario NON rialzista )

Si crede che il titolo NON cali troppo

( scenario NON ribassista )

Rischio illimitato

Rischio illimitato (max fino a 0)

Massimo guadagno limitato al premio incassato

Massimo guadagno limitato al premio incassato

La scelta di usare opzioni OTM per le operazioni serve ad avere prezzi più bassi e margini inferiori.
Almeno nella fase iniziale useremo le opzioni OTM piuttosto che le ATM e le ITM.
Operando in modo sapiente, le opzioni comprate o vendute si possono dimostrare un modo di operare sui mercati per creare profitto nel tempo.
Un esempio tratto dalla realtà degli ultimi mesi è fornito dal titolo azionario Intesa San Paolo, il cui grafico è riprodotto qui sotto:

9lezioneopzioni01Osservando il grafico possiamo rilevare come il prezzo massimo di periodo sia stato registrato il 6 Giugno 2014 a 2,612 €, mentre il prezzo minimo sia stato registrato il 7 Agosto a 2,106 €.
La quotazione attuale (nel momento in cui scrivo) è 2,39 €.

Delineando gli scenari che riteniamo più probabili da qui alla fine dell’anno, si potrebbe ipotizzare che i prezzi salgano, oppure scendano, oppure salgano ma non tanto, oppure scendano ma non tanto.
Per assurdo si potrebbe anche non avere un’opinione specifica e si potrebbe decidere anche di non operare.

Si potrebbe pensare che i minimi e i massimi qui sopra siano i limiti di un canale orizzontale all’interno del quale si muove la nostra azione.
Non necessariamente un’opinione vincerà e le altre si dimostreranno tutte perdenti.
Il punto centrale è che, come succede spesso sui mercati finanziari, possono sorgere diverse visioni dell’evoluzione futura dei prezzi.

Visione Rialzista

Si ipotizza che in futuro i prezzi saliranno.
La strategia corretta prevede l’acquisto di una opzione Call leggermente OTM.

A questo punto possiamo osservare la catena delle opzioni sul titolo Intesa in questo momento in cui scrivo (23 Settembre 2014):

9lezioneopzioni02Si potrebbe decidere di acquistare una opzione Call 2,5 Dicembre 2014 pagando un premio di 90-97,5 € (diciamo 95 €).
Dopo l’acquisto dobbiamo solo sperare che la nostra opzione vada ITM, ed entro la scadenza magari esercitare l’opzione stessa, magari quando l’azione è a 2,6 o 2,7, ritoccando i massimi di periodo.
In questo caso il nostro guadagno sarebbe di 0,1-0,2 per 1000 titoli, cioè 100 o 200 €, avendone investiti 95, un bel guadagno!

 

Visione Ribassista

Pensate che il titolo crolli andando anche a ritoccare i minimi di periodo?
Bene, compriamo una opzione Put, diciamo la put 2,3, che ci costerà circa 100 €.
Anche qui, se l’azione andasse sui 2-2,1 €, realizzeremmo un bel guadagno di 200-300 € a fronte di un investimento di 100. Saremo contenti!

 

Visione NON Ribassista

Pensate che i minimi siano minimi importanti e che non ci saranno minimi più bassi, diciamo da qui alla fine dell’anno, ma non pensate che il sottostante possa andare a ritoccare i massimi precedenti?
Ok, potreste allora vendere una put poco sotto 2,1, diciamo 2.

Riprendiamo la catena delle opzioni: una put strike 2 scadenza Dicembre 2014 su Intesa (lotto minimo 1000 azioni) ha un premio di 27-33,5 €, diciamo 30 €.
Questo significa che se la vendiamo ora incasseremo quella cifra, e contemporaneamente ci prendiamo il dovere di vendere a quella cifra 1000 azioni di Intesa, anche se questa dovesse valere più 1,5 o anche nulla.
Il margine richiesto dalla cassa di compensazione e garanzia per un’opzione su Intesa è di circa il 18% del valore del sottostante, per cui il nostro conto corrente avrebbe circa 450 € (18% di 1000 azioni a circa 2) a garanzia dell’operazione messa in piedi.
Il ROI (return of investment, cioè il ritorno dell’investimento) di quest’operazione è di 30/450, circa il 7%!

 

Visione NON Rialzista

Pensate stavolta che i massimi siano tali che non ci saranno massimi più alti da qui alla fine dell’anno?
Ok, potreste allora vendere una call poco sopra 2,6, diciamo 2,7. Sulla catena delle opzioni di adesso (23 Settembre 2014) vediamo che la call 2,7 prezza 33-42 €, leggermente più alta della put.
Questo è dovuto in parte agli utlimi movimenti del titolo e in parte perché l’ultima parte dell’anno è di solito rialzista per motivi storici.
Diciamo di intascare un premio di 35 € dalla vendita dell’opzione, e anche qui i margini bloccati saranno sempre più o meno 400-450.
Anche qui il ROI si aggira sul 7%!

 

Quindi, comprando o vendendo opzioni, si può pensare ad avere delle belle entrate, soprattutto considerando il ROI.
Il “lato oscuro”, o per meglio dire il rischio, è rappresentato dal fatto di aver sbagliato la posizione iniziale, ma quasi sempre si riesce a correggere una posizione inserendo altre posizioni di segno uguale o contrario.
Non è possibile pensare che una volta messa in piedi una strategia non la si possa correggere se il motivo iniziale si rivelasse sbagliato, lasciando correre le perdite.
Bisogna sempre cercare, nei limiti del possibile, di proteggere il nostro investimento, e se la perdita ci deve essere, che almeno sia piccola, la più piccola possibile.

 

A questo punto siamo quasi pronti per iniziare a descrivere la costruzione delle prime strategie, direzionali e non direzionali, ma prima occorre dotarsi di un linguaggio comune.
E’ su questo argomento che concentreremo gli sforzi prima di giungere all’operatività concreta.

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Buon trading
gab

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