Come orientarsi oggi tra obbligazioni, tassi di interesse e scadenze

Uno dei temi più caldi del momento è riguarda indubbiamente come comporre la parte obbligazionaria del portafoglio.

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Dal momento che non passa giorno sul mio gruppo Facebook senza che siano pubblicati almeno un paio di post su questo argomento, ho deciso di scrivere un articolo per sintetizzare il mio pensiero.

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In questo momento un ragionamento comune a molti investitori è il seguente “ormai le Banche Centrali dovrebbero aver terminato di aumentare i tassi di interesse per cui è opportuno iniziare ad acquistare le obbligazioni con scadenza lunga. Se poi i tassi diminuiranno, la quotazione di questi bond aumenterà e potrò monetizzare un guadagno”.

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Il tema operativo quindi è concentrato sulla seguente domanda: in questo momento conviene mantenersi sulle scadenze brevi oppure iniziare ad acquistare le scadenze lunghe?

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Dal mio punto di vista per affrontare l’attuale contesto dei tassi e la gestione di un portafoglio obbligazionario si possono utilizzare 2 approcci.

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Il primo approccio punta ad anticipare l’operatività delle banche centrali e, di conseguenza, ad anticipare i movimenti del mercato obbligazionario.

Questo approccio è utilizzato da numerosi investitori privati che sostanzialmente scommettono sul fatto che dovremmo essere sul picco dei tassi di interesse.

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Questo approccio presta il fianco al rischio prendere lucciole per lanterne e di sbagliare il timing dal momento che, soprattutto in Europa, non è ancora ben definito il quadro dell’inflazione e dell’operatività delle banche centrali.

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È vero che probabilmente il grosso del rialzo dei tassi si è già verificato ma non ci sono certezze che gli aumenti siano ormai terminati.

Personalmente ritengo che nella migliore delle ipotesi le banche centrali temporeggeranno su altri rialzi, diciamo che potrebbero prendere una pausa, mentre nello scenario peggiore i rialzi non sono ancora terminati.

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Consideriamo che attualmente l’inflazione in Europa è intorno al 5,3% e quindi ancora elevata rispetto al target del 2% che si è posta la BCE.

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Segnalo un altro aspetto che a mio parere, costituisce un errore di fondo: il fatto che i tassi siano vicino al top del movimento delle Banche Centrali, non significa che a breve verranno diminuiti.

In parole povere intendo dire che la fine dei rialzi non coincide con l’inizio della riduzione dei tassi che potrebbero tranquillamente rimanere a lungo su questi livelli.

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Il secondo approccio, che possiamo definire “trend follower, punta invece a seguire le evoluzioni delle quotazioni, senza nessuna pretesa di anticipare le mosse del mercato.

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Si tratta di un approccio poco sexy agli occhi dell’investitore ma sul lungo periodo è quello che paga maggiormente, anche in virtù del fatto che permette di commettere meno errori e di entrare in posizione comunque con una buona tempestività.

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Personalmente ad oggi non vedo particolari movimenti sulle scadenze lunghe per cui dal mio punto di vista sono ancora da privilegiare le scadenze brevi.

Dal mio punto di vista, il momento per acquistare bond con scadenza lunga e quindi di aumentare la duration di portafoglio non credo che sia ancora arrivato.

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Se proprio un investitore desidera iniziare ad allungare la duration di portafoglio, è opportuno che lo faccia a piccoli passi, frazionando il capitale e entrando in punta di piedi, senza avere fretta.

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Sei il benvenuto!

Buon investing, Gabriele