BTP Futura: conviene sottoscrivere?

 

Da lunedì 6 luglio fino alle ore 13 di venerdì 10 luglio (salvo chiusura anticipata ma non prima di mercoledì 8 luglio) sarà possibile sottoscrivere BTP Futura, il nuovo titolo di stato destinato a finanziare le spese previste per affrontare l’emergenza da Covid-19 e per sostenere la ripresa del Paese.

 

Prima di concentrarci sulla classica domanda “conviene sottoscriverlo?”, è saggio analizzarne le caratteristiche:

-il codice ISIN in fase di emissione è IT0005415283

 

-la struttura cedolare è “step up”, che è una particolare tipologia di tasso fisso che si caratterizza per l’ammontare della cedola che è predefinito e crescente nel corso della vita del titolo di stato.

Entrando nel dettaglio i tassi minimi garantiti sono: 1,15% per i primi 4 anni, 1,30% dal 5° al 7° anno e 1,45% dall’8° al 10° anno.

È opportuno sottolineare come i tassi cedolari definitivi saranno comunicati alla chiusura del collocamento ma non potranno comunque essere inferiori ai tassi cedolari minimi garantiti che ho appena citato.

Inoltre, il tasso cedolare dei primi 4 anni resterà invariato, mentre in base alle condizioni di mercato potranno essere rivisti a rialzo i tassi successivi al primo.

 

-la frequenza con cui la cedola sarà erogata è semestrale;

 

-la data di scadenza è fissata il 14-07-2030 per cui si tratta di un titolo decennale;

 

-nei giorni di sottoscrizione, il prezzo di acquisto è 100;

 

-è possibile sottoscrivere il BTP Futura sia online, attraverso il proprio home banking, che fisicamente presso la propria banca o presso un ufficio postale; 

 

-se si acquista in emissione non si pagano commissioni;

 

-il taglio minimo è di 1.000 € e si possono quindi sottoscrivere multipli di 1.000 euro;

 

-il mercato di quotazione sarà il MOT di Borsa Italiana;

 

-la tassazione, come per tutti i titoli di stato, ammonta al 12,5%;

 

-come per tutti gli altri titoli di stato, è prevista l’esenzione dalle imposte di successione;

 

-se si acquista in sottoscrizione e si mantiene in portafoglio ininterrottamente fino a scadenza è previsto un “premio fedeltà” che si aggiunge all’ultima cedola e che è pari al tasso medio di crescita annuale del PIL nazionale registrato dall’ISTAT durante la vita del titolo, con un minimo garantito dell’1% e fino ad un massimo del 3% del capitale sottoscritto.

 

 

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 A questo punto la domanda che sorge spontanea è: “conviene sottoscrivere il BTP Futura?”

 

Lasciamo parlare i numeri.

Ipotizzando un acquisto a 100 in fase di emissione e un premio fedeltà a scadenza dell’1%, il rendimento lordo a scadenza ammonta al 1,37% (1,20% netto).

Invece nello scenario più favorevole, ipotizzando un acquisto a 100 in fase di emissione e un premio fedeltà a scadenza del 3%, il rendimento a scadenza ammonta al 1,56% lordo (1,36% netto).

 

La cedola non mi sembra assolutamente generosa e confesso che mi aspettavo un rendimento decisamente superiore, anche in considerazione del rischio emittente.

Detto in altri termini, il rendimento non mi appare particolarmente allettante ed è sostanzialmente in linea con il rendimento del BTP a tasso fisso con scadenza 2030 (che però è soggetto ad una minore oscillazione di prezzo in caso di aumento dei tassi di interesse), per cui l’eventuale margine di aumento di prezzo, dopo la quotazione e a parità delle attuali condizioni, appare limitato in area 101.

 

In ultimo il premio fedeltà, che considero uno specchietto per le allodole, sarà percepito solo a scadenza, e quindi tra 10 anni, e difficilmente si discosterà dall’ammontare minimo dell’1%.

 

Morale della favola:

-se desideri aiutare l’Italia, in qusto caso puoi anche valutare di sottoscrivere ma mi raccomando di fare attenzione a non dedicare più del 5-10% di portafoglio all’emittente Italia;

-se punti ad una mosconata per rivendere poco dopo l’emissione, puoi valutare un target in area 100,90-101;

-se punti ad acquistare per mantenere in portafoglio fino a scadenza, come avrai intuito, questo titolo di stato non presenta caratteristiche di rendimento particolarmente allettanti.

Piuttosto mi segnerei l’ISIN per valutarlo nuovamente in occasione della prossima crisi che periodicamente coinvolge i titoli di stato italiani, per acquistare a condizioni di maggiore rendimento durante una fase di tensione dello spread.

 

 

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