Qualche mese fa i nostri geniali e lungimiranti politici ci hanno omaggiato di una nuova tassa di cui si sentiva parecchio la mancanza…
Si tratta della tassa sulle transazioni finanziarie (financial transaction tax), che è quella che i mezzi di comunicazione chiamano Tobin tax.
Questa tassa applicata alle sole azioni è entrata in vigore il 1 Marzo scorso (anno 2013) ma già dopo pochi mesi emerge in modo molto evidente quanto la sua applicazione sia stata fallimentare e deleteria per il nostro mercato.
Le principali criticità possono essere così sintetizzate:
– Molti operatori si sono spostati ad operare su mercati esteri con conseguente crollo della liquidità di Piazza Affari;
– Gettito abbondantemente inferiore rispetto a quello previsto dal governo e dagli onorevoli che tanto si sono spesi a favore di questo nuovo balzello;
– Non colpisce la vera speculazione ma solo i risparmiatori. Se questa tassa volesse davvero colpire la speculazione andrebbe applicata al trading intraday e non a quello multiday. Inoltre andrebbe applicata agli strumenti che nel recente passato sono stati vittima della speculazione, come i nostri titoli di stato. A conti fatti invece l’attuale Tobin tax fà l’esatto contrario: esonera gli speculatori e tartassa gli investitori di medio periodo. Una genialata!
– Dubbi di costituzionalità: non dovrebbe essere legale applicare tassazioni diverse a prodotti uguali;
Purtroppo la situazione è destinata a peggiorare perché da lunedì 2 Settembre questa tassa verrà applicata anche ai derivati italiani.
Da lunedì quindi si pagherà questa tassa anche su future, opzioni, cfd, covered warrants, certificates e warrants che abbiano come sottostante l’indice Ftse Mib o le azioni italiane con residenza in Italia.
Per le operazioni eseguite su mercati regolamentati la tassazione sarà ridotta di 1/5.
Entrando nel dettaglio, la tassa sui derivati si applicherà sia alle operazioni intraday che multiday e sia sulle operazioni di acquisto che in vendita.
Questa è la grande differenza rispetto all’applicazione della Tobin tax nei confronti delle azioni, che si applica solo all’atto dell’acquisto e solo sulle operazioni multiday.
La tassa sarà un importo fisso ma calcolato in base allo strumento ed al valore del contratto, come illustrato nell’immagine sottostante prelevata dal sito www.sella.it:
Nel dettaglio:
– Future Ftse Mib: 0,15 € (per l’acquisto di 1 contratto)
– Mini future Ftse Mib: 0,075 € (per l’acquisto di 1 contratto)
– Stock future su azioni: 0,10 €
– Opzioni Mibo e Iso Alfa: 0,015 €
– Certificates sull’indice Ftse Mib: 0,015 € (per 10.000 € di controvalore)
– Certificates sulle azioni italiane: 0,10 € (per 10.000 € di controvalore)
– Cw sull’indice Ftse Mib: 0,015 € (per 10.000 € di controvalore)
– Cw sulle azioni italiane: 0,10 € (per 10.000 € di controvalore)
– Cfd sul future dell’indice Ftse Mib: 0,75 € (per l’acquisto di 1 contratto)
– Cfd sul future mini Ftse Mib: 0,375 € (per l’acquisto di 1 contratto)
– Cfd sulle azioni italiane: 1 € (per 10.000 € di controvalore ) ma in questo caso solo sulla posizione di acquisto.
Un modo per evitare la Tobin tax sui derivati è quello di usare strumenti che abbiano come sottostante indici stranieri, ad esempio il Dax, l’S&P500 oppure l’Eurostoxx.
In tema di Tobin tax sul mercato azionario vi consiglio di leggere anche il mio precedente articolo.
Solo una classe politica di ignoranti poteva concepire una tassa così autolesionista.
Non è mai troppo tardi per cambiare idea ed abolire questo ennesimo balzello che penalizza l’Italia!
Ricordo ai nostri parlamentari che cambiare idea non è un segno di debolezza ma al contrario di forza e di intelligenza…
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